A differenza delle Alpi Occidentali e di quelle Centrali, l’alpinismo invernale in Dolomiti non si è mai sviluppato molto, anche se queste montagne offrono numerose possibilità di scalare in inverno con l’ausilio di picozze e ramponi. Solo negli ultimi inverni, probabilmente a causa della scarsità di neve, la tendenza è in deciso mutamento e sono state aperte numerose vie, tutte di difficoltà molto elevata. Tra gli itinerari di media difficoltà spicca il canalone Nascosto alla Cima Nord di San Sebastiano (Passo Duran) che per lunghezza, difficoltà e bellezza dell’ambiente nel quale si svolge non può di certo mancare nel curriculum degli alpinisti a cui piacciono questo tipo di percorsi.
Le condizioni di metà dicembre 2019 sembrano essere ottimali per questa salita: la neve caduta a fine ottobre è stata completamente ghiacciata dal vento e dal caldo/freddo che si sono susseguiti nelle settimane seguenti. Inoltre, la fascia rocciosa posta circa a metà salita sembra essere coperta da un sufficiente strato di ghiaccio. O almeno così mi sembra, dopo aver guardato con il binocolo la salita dal passo Duran.
L’avvicinamento dal Passo Duran
È così che una mattina, senza neanche troppa fretta, mi trovo con Luca nella pasticceria in piazza ad Agordo. Dopo una lauta colazione dirigiamo la macchina in direzione passo Duran. Messo lo zaino in spalla, ci avviamo verso l’attacco. L’avvicinamento è facile e veloce, senza troppi problemi di orientamento: una volta che dal parcheggio hai individuato il canale giusto, basta salire in direzione di questo. La neve dura agevola enormemente l’avvicinamento, ed in una quarantina di minuti siamo all’attacco. La giornata è molto bella, il cielo è terso e non è eccessivamente freddo. L’ambiente attorno a noi è stupendo. Indossati imbrago e ramponi ed impugnate le piccozze cominciamo la salita.
La salita del Canalone Nascosto alla Cima Nord di San Sebastiano
La prima parte non è difficile. Il canale è largo e non troppo ripido. Mano a mano che ci si alza, però, questo si restringe e si impenna fino a diventare un vero e proprio budello nelle viscere della montagna. Le vecchie valanghe che sono scese dentro il canalone hanno fatto un ottimo lavoro: la neve presente è dura, a tratti ghiacciata, e consente una progressione rapida e sicura. Con queste condizioni questo tipo di salite sono molto divertenti!
Di tanto in tanto il canale si impenna, regalandoci dei bellissimi tratti di arrampicata su neve pressata e ghiaccio. Il morale è alle stelle e velocemente saliamo di quota.
Non ci mettiamo molto ad arrivare alla grotta alla base del tiro chiave. Qui una piccola barra di roccia interrompe la continuità del canalone. In genere, questa è percorsa da una colata di neve pressata e ghiaccio e consente di reggiungere la grande cengia che taglia a metà la parete e dove passa, in estate, il famoso Viaz dei Cengioni. Come avevo immaginato grazie alla sbinocolata di alcuni giorni prima, le condizioni sono molto buone e una colata di ghiaccio e neve permette il superamento di questa difficoltà. Velocemente mi trovo oltre questo ostacolo e recupero Luca.
Qui l’ambiente cambia radicalmente: non siamo più in uno stretto budello, ma bensì in un pendio molto ampio. Con esso cambiano un po’ anche le condizioni: qui le valanghe non hanno compattato la neve, che si presenta più farinosa e faticosa da tracciare.
Con un traverso verso sinistra superiamo un salto di roccia verticale che sbarra l’accesso al canale superiore. Un breve diedro/camino mi permette di raggiungerlo. La liscia roccia è ricoperta da uno strato di neve inconsistente, che rende la progressione più tecnica e delicata. Il divertimento aumenta ancora di più! Con un po’ di lavoro ed breve traverso verso destra riesco a rientrare nel canalone, dove attrezzo una solida sosta per recuperare Luca.
Riprendiamo a salire nel canalone, qui più facile. Le condizioni sono leggermente peggiorate: la neve fresca presente rallenta la progressione e fa aumentare la fatica, ma la bellezza dell’ambiente ci fa dimenticare tutto!
Arriviamo quindi ad una piccola forcella: la cima è sempre più vicina e siamo sempre più felici e divertiti. Da questo punto comincia la terza parte della salita, che segue un canale sempre più superficiale e meno incassato tra le rocce che sbuca direttamente in cima. La neve inconsistente ricopre la roccia e per maggior sicurezza progrediamo a tiri. Ogni 40/50mt mi fermo ed attrezzo una sosta sulle rocce affioranti per recuperare Luca. Qualche passaggio su roccia rende più varia e completa la salita.
In vista della cima, a metà della seconda parte del canale
Alti sopra la forcella, ormai prossimi alla cima
L’ultima difficoltà è data dalla cornice sommitale, che supero dove questa è meno sporgente. Il Canalone Nascosto è sotto di me. Appena esco sono inondato dai caldi raggi del sole. Il panorama è fantastico! Si vedono montagne a perdita d’occhio ed in cielo non c’è neanche una nuvola. Recupero Luca, che arriva in cima. Siamo stati decisamente veloci, grazie alle buone condizioni della salita! Ci sediamo ed ammiriamo quello che ci circonda. Girandoci su noi stessi, ci sembra di abbracciare tutte le Dolomiti (e oltre) in una volta! Siamo letteralmente senza parole!
La discesa lungo il Van de Calleda
La discesa avviene seguendo la via normale, che si sviluppa dapprima lungo la cresta sud-est. Le maggiori difficoltà sono finite, ma in alcuni tratti ci vuole un po’ di attenzione. In breve arriviamo alla forcella di San Sebastiano, che sancisce il termine delle difficoltà. Ora non rimane che seguire il Van de Calleda fino ad arrivare all’incrocio con il sentiero 524. La neve fresca, mai troppo fonda, poggia su uno strato di neve dura, cosicchè anche la discesa è veloce e divertente. Con un lungo traverso, seguendo a grandi linee il sentiero estivo, rientriamo alla macchina. Ora non resta che berci una buona birra fresca, mangiare un buon panino, ma soprattutto pianificare le prossime salite assieme!
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