Giovanni Orlando Guida Alpina UIAGM

Pale dei Balconi – El Cor di San Lucano

12
Luglio, 2019
Il Cor di San Lucano è un vero e proprio gioiello della Natura: una finestra naturale di roccia a forma di cuore che domina incontrastata tutto l'Agordino, dagli arditi dirupi delle Pale di San Lucano. Raggiungerlo non è semplice: la salita è lunga, l’ambiente attorno è severo, per lunghi tratti non ci sono sentieri ma solo sporadiche tracce di passaggio. Ma questo è il prezzo da pagare per godere di un luogo e di un panorama unico in tutte le Dolomiti!

Le Pale di San Lucano sono un gruppo montuoso tra i più selvaggi ed austeri delle Dolomiti. Tra queste cime, alla fine della Valle di San Lucano, si ergono le Pale dei Balconi, talmente ripide che non è possibile raggiungere la loro cima mediante dei sentieri. Bisogna per forza arrampicarsi, camminare su prati molto ripidi, cercare passo dopo passo il passaggio più facile per guadagnare la cima. Racchiuso tra le pieghe di queste montagne, a perpendicolo sulla vallata sottostante, è racchiuso il bellissimo Cor di San Lucano, un autentico diamante incastonato in uno scenario da favola.

Sono le 7 quando io e Erica ci avviamo sul sentiero 756 che da Capanna Cima Comelle ci porterà, dopo poco meno di 500mt di dislivello, a Casera Campigat. Il sentiero, facile e ben battuto, ci porta alla casera dove ci fermiamo a sorseggiare l’acqua fresca e limpida che sgorga dalla fontana. Il panorama attorno a noi è magnifico. Di fronte a noi si erge maestosa la parete occidentale della Cima dei Balconi, che svetta verso il cielo. È proprio in prossimità di questa cresta che si nasconde il Cor di San Lucano.

Casera Campigat

L’arrivo a Casera Campigat

La parete occidentale della Cima dei Balconi. Il Cor si trova in prossimità della cresta che si staglia verso il cielo

La parete occidentale della Cima dei Balconi. Il Cor si trova in prossimità della cresta che si staglia verso il cielo

Ripreso il cammino, arriviamo in corrispondenza di una netta svolta del sentiero che prosegue verso Campo Boaro. Qui un piccolo ometto ed una labile traccia ci indica che dobbiamo continuare dritti. Dopo pochi minuti arriviamo all’inizio delle difficoltà. Indossiamo il casco e l’imbrago, ci leghiamo con la corda e cominciamo a scendere un ripido canale decisamente franoso. Ci fermiamo in prossimità di un salto verticale, dove pianto un chiodo nella roccia e calo Erica con la corda fino a dove il terreno è più facile. Poco dopo la seguo disarrampicando con attenzione. In alcuni punti c’è ancora della neve residua dello scorso inverno che ci obbliga ad alcune, divertenti, contorsioni.

In discesa lungo il canale

In discesa lungo il canale

Simpatici residui di neve

Residui di neve

Velocemente raggiungiamo la base del canale e, indossati un paio di ramponcini, attraversiamo un nevaio. Arriviamo così alla base vera e propria della parete che dovremo salire. La prima parte è abbastanza facile: si tratta semplicemente di seguire alcune tracce (occhio a non seguire le tracce degli animali, qui molto numerose…), su un ripido pendio. Alcune volte appoggiamo le mani a terra, ma è questione di poco. Raggiungiamo successivamente una zona più abbattuta, che ci permette di camminare agevolmente.

 

–>SE VUOI ANCHE TU VIVERE LE INTENSE EMOZIONI CHE HO VISSUTO CON ERICA, CLICCA QUI E SCOPRI LA MIA PROPOSTA<–

Durante la salita

Durante la salita

L'ambiente che ci circonda è semplicemente fantastico: dite che ci stiamo divertendo?

L’ambiente che ci circonda è semplicemente fantastico: dite che ci stiamo divertendo?

Arriviamo quindi alla base di una ripida parete rocciosa e seguiamo verso sinistra una cengia, che ci porta in una porzione di parete meno ripida. Qui cominciamo la scalata vera e propria. Non essendo una parete completamente verticale, la scalata non è molto difficile (I-II grado). Anzi, alle volte è più una camminata su un pendio molto ripido, dove le mani vengono usate più per l’equilibrio. Di tanto in tanto, si alternano dei brevi passaggi di arrampicata. Più che le capacità tecniche, in questo terreno è importante avere una buona esperienza in questo tipo di percorsi, per trovare di volta in volta il passaggio più facile e con la roccia migliore. Ci fermiamo spesso ad ammirare il panorama attorno a noi, semplicemente fantastico. Un po’ alla volta saliamo di quota e vediamo casera Campigat diventare sempre più piccola… e pensare che solo poche ore fa stavamo sorseggiando la sua fresca acqua! Verso metà parete ci fermiamo su un piccolo prato per riposarci. Una piccola oasi di verde nel bel mezzo di una parete rocciosa è un inaspettato regalo!

Sulla parte alta della salita. In corrispondenza della neve, si vede anche il canale franoso con cui inizia la parte alpinistica

Sulla parte alta della salita. In corrispondenza della neve, si vede anche il canale franoso con cui inizia la parte alpinistica 

Casera Campigat vista dall'alto. In fondo spunta la parete d'Argento, così chiamata la parete sud della Marmolada

Casera Campigat vista dall’alto. In fondo spunta la parete d’Argento, come vienechiamata la parete sud della Marmolada

Riprendiamo la scalata, che ora si fa più impegnativa. I passaggi non sono mai difficili ma sempre più continui. Anche l’esposizione comincia ad aumentare. Mi giro spesso per aiutare  Erica a salire, assicurandola con la corda e suggerendole quali appigli ed appoggi utilizzare. Ogni volta mi guarda con un bellissimo sorriso e gli occhi pieni di contentezza. Non occorre che le domando come stia o come sta andando, il suo volto parla da sè! La fatica comincia a farsi sentire, ma la cresta è sempre più vicina. Con un ultimo, breve traverso verso sinistra la raggiungiamo. Il Cor di San Lucano, che fino a pochi metri fa era invisibile, ora si mostra in tutta la sua bellezza e magnificenza. Lo spettacolo è semplicemente meraviglioso! 

Ecco finalmente spuntare  il Cor di San Lucano dietro la cresta

Ecco finalmente spuntare  il Cor di San Lucano dietro la cresta. Dietro svetta la possente mole dell’Agner.

Una schiera di montagne si erge davanti a noi. In un attimo, tutta la fatica fatta svanisce e rimane solo la gioia. Nessun rumore, nessun disturbo, solo noi e la montagna. Siamo semplicemente incantati dalla bellezza che ci circonda. L’Agner si staglia davanti a noi in tutta la sua possenza, la cima del Focobon e quella di Campido sono alle nostre spalle; in lontananza spunta anche la parete sud della Marmolada, la parete d’Argento. Una miriade di altre cime si stagliano all’orizzonte.

La stretta cresta in prossimità del Cor di San Lucano

La stretta cresta in prossimità del Cor di San Lucano

Erica e il Cor di San Lucano

Erica e il Cor di San Lucano

Dopo una mezz’oretta ci rimettiamo in marcia: siamo solo a metà del nostro giro e la macchina è mille metri più in basso! Proseguiamo lungo la cresta, ora affilata, che con dei passaggi esposti di semplice arrampicata ci porta in cima ad una piccola cima. Per sicurezza, procediamo sempre legati alla corda. Continuiamo a seguire la cresta, che alterna parti di camminata ad altre di arrampicata. L’esposizione è ancora molta ed è richiesta concentrazione. Via via che procediamo le difficoltà diminuiscono ed è sempre più chiaro che stiamo terminando la parte di arrampicata.

Panorama sempre di prim'ordine!

Panorama sempre di prim’ordine anche nella seconda parte della cresta!

Lasciato alle spalle il Cor di San Lucano si continua verso l'Altopiano delle Pale di San Martino

Lasciato alle spalle il Cor di San Lucano si continua verso l’Altopiano delle Pale di San Martino

Raggiungiamo infine un bellissimo prato pianeggiante. Ormai le difficoltà tecniche le abbiamo lasciate alle spalle. Con un’ultima breve risalita raggiungiamo l’altopiano delle Pale di San Martino ed il sentiero 776 che seguiamo in discesa. Attraversiamo il Campo Boaro fino a ritornare a casera Campigat, dove non può mancare una sorsata di acqua della sua fontana!

Siamo molto soddisfatti e felici di questa bellissima giornata. Ci voltiamo spesso ad ammirare la parete salita, rivivendo tutte le emozioni vissute in questa avventura. Non resta che avviarci verso capanna Cima Comelle, per sorseggiare una bella birra fresca. Direi che oggi ce la siamo proprio guadagnata!

 

–>SE VUOI ANCHE TU VIVERE LE INTENSE EMOZIONI CHE HO VISSUTO CON ERICA, CLICCA QUI E SCOPRI LA MIA PROPOSTA<–

 

Non solo i panorami sono bellissimi, anche i particolari!

Non solo i panorami sono bellissimi, anche i particolari!

Ultima cima prima della lunga discesa a valle

Ultima cima prima della lunga discesa a valle

Spettacolare vista sulle Pale di San Martino

Spettacolare vista sulle Pale di San Martino

0 commenti

Ti potrebbe interessare anche:

Monte Nero di Presanella – Clean Climb

Il Monte Nero di Presanella negli ultimi anni ha visto la nascita di numerosi itinerari di arrampicata su misto. Clean Climb è uno di questi itinerari, che sale la parte sinistra della repulsiva parete settentrionale. L’arrampicata lungo la via è molto bella, costantemente ripida con qualche tratto più verticale. Difficoltà omogenee lungo i tiri, logicità del percorso ed assenza di protezioni fisse (due chiodi alla prima sosta, poi nient’altro) sono le caratteristiche principali della salita.
Complici le ottime condizioni della parete di questo inizio di stagione, sono andato con il fido amico Andrea a ripetere questa bellissima via.

Cima Nord di San Sebastiano – canalone nascosto

La parete nord-occidentale della cima Nord di San Sebastiano, alta quasi 600 mt, incombe maestosa sopra il passo Duran ed solcata da un lungo canalone, chiamato Canalone Nascosto. Questo parte in corrispondenza dei ghiaioni basali e sbuca direttamente in vetta, tagliato solo a metà da una grande cengia. Durante l’inverno diventa una bellissima via di misto, lunga e con difficoltà mai estreme. Una vera chicca per gli amanti della scalata su misto su questo genere di difficoltà in Dolomiti!

Via Vazzoler al Cimon di Palantina

La via Vazzoler sale la parete settentrionale del Cimon di Palantina, una tra le cime più famose ed ambite per lo sci alpinismo in Alpago. Pochi sanno che, quando le condizioni sono ottimali, la parete nord offre delle bellissime linee perfette per l’alpinismo invernale e l’arrampicata su misto. Tra le varie vie che percorrono la parete, la via Vazzoler è una tra le più facili. All’inizio dell’inverno 2019/2020 le condizioni erano ottimali e noi non ce le siamo fatte scappare!