Sono già salito più volte sulla piatta cima di Punta Grohmann, sia lungo la via Dimai che lungo la via normale. Ho ricordi molto belli di tutte le giornate vissute, così propongo a Federico di ripercorrere la sempre stupenda via Dimai, una via di arrampicata in Dolomiti di media difficoltà ma dal carattere decisamente alpinistico. L’appuntamento è per una fresca mattina di fine ottobre, con i versanti all’ombra già ricoperti dalla prima neve.
L’avvicinamento dal Passo Sella
Il cielo è terso, di un blu intenso, tipico dei mesi più freddi dell’anno. “Ormai l’inverno è alle porte”, penso tra me e me e mi immagino già le prime scivolate leggere e veloci sulla neve soffice. Percorriamo il sentiero di accesso ammirando l’incredibile bellezza dell’ambiente circostante. Qualche passaggio più ripido rende la cosa ancora più interessante.
via Dimai alla Punta Grohmann
Velocemente raggiungiamo l’attacco, ci prepariamo ed attacchiamo le prime, solide placche. In questi primi tiri ci vuole un po’ di intuito per trovare le soste: le solide placche appoggiate non hanno molti punti di riferimento e lungo i tiri ci sono pochi chiodi.
Dal quarto tiro attraversiamo decisamente verso destra, sempre su difficoltà modeste ma con maggiore esposizione. Stiamo infatti superando una parte molto verticale di parete, che Antonio Dimai saggiamente aggirò mediante i precedenti quattro tiri con andamento verso sinistra.
L’ultima sosta del secondo tiro in traverso verso destra è decisamente scomoda ed aerea. Da questa però si può vedere lo sviluppo del successivo, bellissimo, tiro. Dopo una prima parte appoggiata svetta verso l’alto un diedro/fessura verticale di roccia sanissima. La parete sinistra è formata da roccia gialla leggermente strapiombante, mentre la faccia destra è formata da una parete di roccia grigia molto salda e bella da arrampicare. È talmente bello e divertente da scalare che non vedo l’ora di poter mettere le mani su quella porzione di roccia!
Dopo i primi quatttro tiri in traverso ascendente verso sinistra, si comincia a traversare verso destra
Lo scalo velocemente, gustandomi ogni singolo passaggio. Un breve traverso verso destra deposita sulla settima sosta. La via vale solo la bellezza della foto che potrete scattare al vostro/i secondo/i di cordata La scalata bellissima ed elegante, l’ottima roccia, i caldi raggi del sole che ci scaldano le ossa e l’aria frizzantina dell’autunno ci stanno regalando una giornata divertentissima.
L’ottavo tiro è il tiro chiave della salita, soprannominato la Trappola umana. Dopo un traverso verso destra, si segue una rampa stretta verso sinistra, incredibilmente liscia e spiovente. La parete a monte offre pochissimi appigli, per la maggior parte rovesci. Oggi alcuni spit agevolano notevolmente il percorso, vista anche la compattezza della roccia che non accetta alcun altro tipo di protezione.
Ogni volta che percorro questo tratto il mio pensiero non può che correre ad Antonio Dimai. Come avrà potuto superare questo tratto di parete nel 1908? Non aveva di certo le nostre competenze ed i nostri materiali tecnici super performanti! E vogliamo parlare delle baronesse von Eötvös, che all’epoca arrampicavano ancora con delle comodissime gonne che arrivavano alle caviglie? Comunque grazie Antonio, ci hai regalato una lunghezza di corda esposta ed entusiasmante!
Con i due tiri successivi affrontiamo un lungo camino, a volte più verticale (passi di IV+) e a tratti molto appoggiato. Quando il camino si impenna visibilmente e le difficoltà appaiono decisamente elevate, ci spostiamo verso sinistra ad una grande cengia. Ormai le difficoltà maggiori le abbiamo superate, e non vediamo l’ora di raggiungere la cima da cui potremo ammirare un panorama a 360°. Con quattro tiri non difficili ma sempre su ottima roccia raggiungiamo dapprima un’altra cengia e poi superiamo l’ultimo salto verticale che precede la vetta. Le ultime, semplici, roccette sono un pro-forma che superiamo velocemente.
Finalmente siamo in cima, ed ammiriamo estasiati il panorama che ci circonda. Il cielo terso ci permette di ammirare non solo le Dolomiti anche i lontani ghiacciai austriaci! Ci godiamo il tiepido sole e mangiamo qualcosa.
Discesa lungo la via normale di Punta Grohmann
Anche se non vorremmo mai abbandonare questo posto, ci avviamo lungo la discesa, che segue la via normale in un ambiente grandioso di rara bellezza. Una discesa complicata e non facile ci depositerà alla forcella delle Cinque Dita. Dopo una breve discesa in disarrampicata su terreno non troppo difficile (possibile doppia intermedia) raggiungiamo la cima della Quarta Torre (il versante su cui si svolge la discesa è molto complesso e formato da quattro torrioni principali), da cui ci caliamo con una doppia.
Un altro tratto di disarrampicata, anche qui non difficile ma decisamente esposto, ci permette di raggiungere la prima sosta della serie di calate che ci aspettano. A metà, una doppia obliqua un po’ complicata permette di raggiungere la cima della seconda torre, da cui continuare le calate. Due calate verticali/leggermente strapiombanti permettono di vedere da vicino il camino Enzensperger percorso la prima volta nel 1895 dove corre la via normale. Incredibile come siano riusciti a superare questo tratto (oggi IV grado) all’epoca!
Dopo aver sceso la seconda e la prima torre, arriviamo allo zoccolo e cominciamo a scenderlo con massima attezione. Le rocce sono ricoperte da un sottile strato di neve ghiacciata. Alternando tratti di prudente disarrampicata a corde doppie (vari ancoraggi in loco, ma attenzione a verificare le protezioni ed i collegamenti), poggiamo finalmente i piedi a pochi passi dalla forcella Cinque Dita. Proseguiamo lungo il canalone, a tratti franoso e ripido fino a raggiungere l’ampio ghiaione che cinge queste cime.
Ora non resta che raggiungere il sentiero che collega il rifugio Demetz all’hotel passo Sella. Durante il rientro ci voltiamo spesso a guardare le splendide montagne alle nostre spalle e ripercorriamo ogni singolo metro di questa bellissima arrampicata. Ma, ammaliati dalla maestosità delle cime che circondano, i nostri pensieri presto si rivolgono alle prossime avventure che vivremo assieme!
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Mentre leggevo il racconto ripercorrevo con la memoria quella bella giornata… Mi è sembrato di ritornare sulla via! Grande Giovanni! Alla prossima scalata
Non avrei potuto ricevere commento più bello. Grazie mille Fede! A presto!!!